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Biografia di Vladimir Nabokov |
Scrittore
Nabokov è uno dei grandi scrittori del Novecento, dalla vita eccentrica ed avventurosa quanto basta per raccogliere scandalo e successi non solo postumi. Nato nella Pietroburgo di fine Ottocento (1899), in una via di marmi elegante a due passi dal Palazzo d'Inverno, rampollo di una famiglia aristocratica, fuggì dalla Russia in seguito alla Rivoluzione, e dopo un passaggio europeo, nel 1940 sbarca negli Stati Uniti. Nabokov è già uno scrittore, un professore universitario millantato seduttore, un critico e un entomologo, un appassionato di scacchi, ma la fama arriverà solo con Lolita, scritto in inglese. Come altri grandi scrittori non madrelingua si impadronisce con veemenza e passione della lingua d'adozione, smentendo tanti luoghi comuni (che dire di Conrad, o Cioran, e, tra i russi, Brodskij?) senza peraltro perdere il russo elegante e immaginifico che aveva caratterizzato i suoi esordi letterari (leggete Il Dono, Dar' in russo, e avrete una prova di questa prosa postdecadente e suggestiva che descrive così bene l'ambiente emigré della Berlino degli anni Venti, altro centro di raccolta per russi più o meno esuli).
Fu la moglie Vera a volere fortemente che Lolita fosse pubblicato, controbattendo le stesse ritrosie del marito. Dal 1953 cominciò a presentare il manoscritto, respinto e bollato come pornografico. Fu accettato alla fine da un editore parigino ma la vera fama arrivò con la recensione di Graham Greene sul Sunday Times. Così Lolita divenne il romanzo cult, nel bene e nel male, di quegli anni '50 così puritani (di sicuro i processi che investirono il libro, un po' come per Lawrence ed altri, contribuirono alla sua acclamazione), e il suo autore fu consacrato dal film di Kubrick del 1962 - al quale contribuì come sceneggiatore - con quegli ammiccanti occhiali a cuore della locandina che suscitano brividi e pruderie.
Nel 1959 Nabokov torna in Europa e si stabilisce in Svizzera, cercando rifugio ad una fama divenuta eccessiva. Si spenge a Montreux nel 1977.
Frasi Celebri di Vladimir Nabokov
- Bambini/Giovinezza:
- Il minuscolo pazzo nella sua cella imbottita.
- Morte:
- Un sillogismo: gli altri muoiono; ma io non sono un altro; dunque non morirò.
- Solitudine:
- La solitudine è il campo da gioco di satana.
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Data creazione biografia:
18 novembre 2005
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