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Biografia di Andrea Riccardi

Fondatore della comunità di Sant'Egidio

Andrea Riccardi

Una storia che inizia nell'68 e questo potrebbe già spiegare molte cose. Per esempio il fatto che al liceo "Virgilio" ci fossero dei borghesissimi studenti che volevano cambiare il mondo. Tra questi c'era Andrea Riccardi che aveva divorato il Vangelo e che ai classici marxisti preferiva i teologi cattolici del Concilio Vaticano II. Per farla breve il 7 febbraio del 1968, il giovane Riccardi studente dell’ultimo anno di Liceo, mentre la stragrande maggioranza degli studenti della scuola è di sinistra, fonda un suo gruppo cattolico.

Da Gioventù Studentesca alla Comunità
I futuri membri di Sant'Egidio fanno parte di una cellula di Gs nel liceo Virgilio di Roma. Gs è la sigla di Gioventù studentesca, l'organizzazione fondata da don Luigi Giussani che più tardi, passata il sessantotto, prenderà il nome di Comunione e liberazione. Riccardi vi si era avvicinato negli anni di ginnasio. Dopo di che aveva collegato i giessini del Virgilio, del Dante, del Mamiani. Ma con loro ci sono anche Rocco Buttiglione e la sua futura moglie Maria Pia Corbò, che tireranno poi dritto con don Giussani. Se il gruppone si disfà, tre, quattro anni dopo, è perché se ne va via il prete che l'aveva tenuto assieme, Luigi Iannaccone.
È solo a quel punto, inizio 1972, che Riccardi e i suoi si mettono in proprio, con astio nei confronti dei fratelli separati di Cl.
Chi erano e dove andavano questi cattolici non era facile capirlo. Uno dei loro slogan era "dalla parte dei figli delle donne di servizio", un motto che metteva in evidenza sia le origini borghesi sia le aspirazioni rivoluzionarie dei primi militanti.

Nel settembre del 1973 fissano finalmente il loro quartier generale a Sant'Egidio. Sparite le ultime monache, l'edificio era rimasto vuoto, malandato. È di proprietà del ministero degli Interni, che glielo cede in cambio d'un affitto di poche lire. Chiavi in mano compreso il restauro, eseguito prontamente a spese del ministero.

Riccardi, un leader carismatico



Oggi il professor Andrea Riccardi ha 51 anni, è sempre presidente della comunità di Sant'Egidio ed è docente universitario di Storia del cristianesimo.
La sua comunità è acclamata anche all'estero, dove ha dato molte prove della sua arte diplomatica contribuendo alla soluzione di molte crisi internazionali. Il vero miracolo della Comunità è stata la pace in Mozambico, firmata nell’ex monastero di Trastevere dopo un negoziato che aveva vistola Comunità riuscire dove aveva fallito la diplomazia internazionale.

Tanti militanti?
Ma chi sono gli 8 mila romani che – dicono- fanno capo al centro trasteverino? Risposta difficile. Perché non sono insediati nei posti chiave del potere politico ed economico. No, quella della Comunità di Sant'Egidio è tutta un'altra storia. Una storia di poveri e nomadi, di barboni ed extracomunitari.
"Cominciammo dalle baracche, il Terzo mondo sotto casa", ricorda oggi il giornalista Mario Marazziti, 51 anni (ma sembrano molti dimeno da quando si è tagliato la barba).
La prima missione fu a ponte Marconi, alla baraccopoli che era sorta sotto il Cinodromo. "Facevamo la cosiddetta scuola popolare", spiega Marazziti "andavamo lì il pomeriggio, appena usciti da scuola in via Giulia, riunivamo i bambini delle baracche e gli insegnavamo a scrivere e leggere". L'esperimento funzionò e da ponte Marconi le scuole popolari vennero estese alla Garbatella, a Primavalle e in breve in tutte le zone calde della periferia romana.
Nel frattempo la Comunità è cresciuta é cambia rotta sui nuovi poveri: i barboni, per i quali faranno anche una specie di guida Michelin su come sopravvivere; e poi gli zingari.

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Data creazione biografia: 19 gennaio 2006
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