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Biografia di Walt Disney

Creatore di fumetti e cinema d'animazione

Walt Disney

Il 5 Dicembre del 1901, nasce a Chicago il quarto figlio di Elias Disney e Flora Call.
Dopo Herbert, Raymond e Roy Oliver, è Walter Elias Disney Junior a venire al mondo.
Nel 1903 nasce sua sorella Ruth Flora. Non è però a Chicago che Walt cresce; la sua famiglia, infatti, si trasferisce a Marceline, nel Missouri. Qui Walt vive la sua infanzia in un mondo rurale il che non significa che passa le giornate a giocare nei campi ma, al contrario, che deve lavorare duramente.
L'infanzia dorata che Disney amava citare nelle sue opere nasceva forse più dai suoi sogni che dai suoi ricordi.

Walt Disney e sua sorella RuthNell'Autunno del 1909 Herbert e Raymond lasciarono la fattoria, col risultato di aumentare il carico di lavoro di Roy e Walt. Quello stesso Inverno, una febbre tifoide colpì papà Disney, convincendolo a vendere la fattoria e a trasferirsi. Ora i Disney vivevano a Kansas City.
Walt era forse libero di giocare per le strade adesso? Forse! Il piccolo però, accompagnato da Roy, doveva alzarsi a notte fonda perchè Elias, suo padre, aveva ottenuto l'appalto per la consegna di due giornali: il Morning Times e l' Evening and Sunday Star, e qualcuno doveva pur consegnarli.
La biografia di Walt Disney comprende qualche pisolino agli angoli delle strade; minuti rubati al lavoro per prepararsi alla giornata di scuola. Eh già, perché dopo aver consegnato tutti i giornali, si doveva andare a scuola.

Nel 1919 Walt non era più un bambino, si era allontanato dalle imposizioni paterne al punto da aver lavorato fuori dalle varie imprese avviate e terminate da suo padre. Walt si era anche arruolato per la guerra, la prima guerra mondiale, contro il parere di papà, anche se di fatto non combattè mai. Ormai era un uomo a sè stante, non solo il figlio di Elias.
Nel '19, si diceva, lavorò per un mese alla Pressmann-Rubin, una agenzia pubblicitaria. Qui conobbe un certo Ubbe Ert Iwerks. Chi era costui? Era uno straordinario disegnatore. Allora nessuno lo sapeva, ma Walt e Ub avevano un appuntamento con la storia.

In seguito Walt trovò lavoro presso la Kansas City Ad che si occupava di animazione, anche se ad un livello inferiore rispetto ai cartoni prodotti a New York in quegli anni. Si trattava in sostanza di immagini ritagliate su carta. Walt vedeva in questo una sorta di magia, ne era affascinato.
Ottenne in prestito dalla società una vecchia cinepresa con la quale fece degli esperimenti in un garage. Il genio Disney iniziava a prendere forma. I risultati che ottenne insieme a Ub Iwerks erano più che incoraggianti. Walt e Ub lavoravano insieme alla Kansas City Ad e poi anche nel loro garage, ma è in quest'ultimo luogo che facevano meglio. Nei primi anni venti, grazie al denaro dell'onnipresente Roy, aprirono un studio tutto loro e tentarono diverse cose. Impossibile non citare almeno i Laugh-o-Grams (in cui si diede prova di grande inventiva e di capacità narrativa), la serie delle Alice Comedies (in cui Disney mise una bimba vera in un mondo creato sui tavoli da disegno) e Oswald The Lucky Rabbit, (oggi ritenuto una sorta di anello di congiunzione tra Felix The Cat di Otto Messmer e il celeberrimo Topolino).
Trovarono un distributore nella Universal (nientemeno). Furono i loro primi successi. Per un po' di tempo le cose funzionarono. Ma un successo è una cosa, e il MITO è un'altra. Una serie di circostanze sfortunate mandò tutto all'aria e Walt era di nuovo spiantato.

Lo straordinario Ub IwerksLa Universal era di proprietà di una donna: Margareth Winkler. La signorina in questione aveva un modo di gestire gli affari che consentiva a Disney e Iwerks di ritenersi soddisfatti; discreti guadagni e la certezza di una simpatia personale. In quel breve periodo Walt e Ub assunsero diverse persone, alcuni amici che lavoravano nel campo dell'animazione e qualche persona nuova. Avevano uno studio di animazione! Quando la Winkler prese marito le cose cambiarono brutalmente.
La Universal divenne di fatto del suo sposo, Charles Mintz, il quale ritenne opportuno ridurre i pagamenti e trattare tutti con pugno di ferro. I creatori di Oswald erano alle strette. A nulla valsero le discussioni che ne seguirono: legalmente Oswald apparteneva alla Universal e, quel che è peggio Mintz aveva intrappolato Disney. La produzione dei cartoni avveniva grazie ad un gruppo di animatori che Walt e Ub pagavano col denaro portato dai cartoni stessi, una volta tagliati i pagamenti non fu difficile per Mintz sottrarre forza lavoro a Disney. I soli a rifiutare di tradire Walt furono gli amici degli esordi: Les Clark, Johhny Cannon, Hamilton Lusky e, naturalmente Ub. Ma che si poteva fare in così pochi? Arrendersi? Mai!

Una piccola grande parentesi nel racconto: Poco prima che la situazione precipitasse, nella vita privata di Walt Disney era avvenuta una rivoluzione in due fasi. Prima, il 7 Aprile del 1925, suo fratello Roy si era sposato con Edna Frances, cosa che interferiva naturalmente con il rapporto tra i due fratelli, dato che convivevano. Poi, soprattutto, Walt stesso prese moglie il 25 Luglio 1925. Si dice che sia stato Roy a favorire l'incontro di anime tra Walt e una delle sue dipendenti: la signorina Lillian Bounds, poi signora Disney. Lillian non accompagnava spesso Walt nella vita mondana, anzi il suo nome (come la sua esistenza) era sconosciuto ai più, ma la sua importanza nella vita privata dell'uomo dei sogni era sicuramente primaria.

Nel campo lavorativo Walt affrontava la defezione dei suoi ragazzi. Il contratto con Mintz prevedeva la realizzazione di altri short prima della sua conclusione, quindi i traditori erano tenuti a restare con Disney e Iwerks per ancora qualche tempo.
Durante l'orario di lavoro, tutto era normale (salvo una certa elettricità nell'aria, si presume), ma quando tutti se ne andavano a casa, il lavoro diventava frenetico per Walt, Ub e i fedelissimi.
Avevano deciso di reagire al ricatto, cercarono di creare un personaggio tutto loro. Scoprirono che bastava accorciare le orecchie di Oswald, trasformargli la coda e ritoccare qualcosa qua e là per avere...... un TOPO.
Walt Disney al tavolo da disegnoWalt era grande nell'ideare gag e situazioni interessanti, Ub realizzò tutto su carta al ritmo impensabile di 700 disegni al giorno(!). Se si pensa che ciò avveniva solo nel.... dopolavoro, allora è una specie di miracolo.
Quel miracolo fu intitolato "Plane Crazy". Il protagonista era un certo Mickey Mouse.
Per la verità il ruolo principale, secondo Walt, sarebbe dovuto andare a "Mortimer Mouse" che altri non era se non lo stesso Mickey. Lillian obiettò che il nome scelto non era poi granché; troppo sdolcinato, troppo da signorino. Perché non provare il più sbarazzino Mickey?

Quale che fosse il suo nome, a quel tempo nessuno lo conosceva, quindi non fu facile trovare un distributore che, come a suo tempo la Winkler, avesse fiducia in quei due anonimi animatori. Anzi, fu impossibile.
Urgeva una soluzione.
Tutto ciò accadeva a metà del 1928, a quel tempo l'industria del cinema era sconvolta da una grande novità: il sonoro. Ecco l'idea giusta: Mickey avrebbe parlato!
Un altro periodo di intensa attività e il prosciugamento di tutte le sostanze del loro piccolo studio portò Disney e Iwerks al loro appuntamento con la storia. Il 18 Novembre del 1928 al Colony Theater di New York era previsto un film di guerra, al termine un piccolo short animato avrebbe concluso la serata. Fu un successo straordinario, la gente non parlava d'altro, i giornali ne riportarono la notizia in prima pagina. MICKEY MOUSE SPEAK!, TOPOLINO PARLA!
Disney è nel mito, Iwerks no
Il 18 Novembre del 1928 è preso spesso come punto di partenza nella biografia di Disney, non a torto. Quello è il momento in cui tra tutti gli studios di animazione grandi e piccoli, uno si erge sugli altri e il mondo lo vede. Il Disney che resta nelle pagine d'oro del libro di Hollywood nasce qui.
Il nuovo distributore dei film Disney era Pat Powers, un tipo losco in verità, ma comunque un distributore. Grazie a lui, all'amico di sempre Ub, e a Carl Stalling, che si occupava delle musiche degli short, si riesumarono ben due cartoni nati muti (il "Plane Crazy" già citato e "Galopping Gaucho" creato sperando di venderlo al posto del primo) e li si riempì di musica. Al pubblico piacquero. Inoltre si produssero altri cartoon del topo, nacque addirittura una serie nuova, quella delle leggendarie "Silly Simphonies", che darà grandi soddisfazioni a Disney.
Ma arriva una grande delusione per Walt: Powers riesce a convincere Ub a lavorare per lui, la sua diabolica idea era di lasciarlo in realtà al suo posto, in cambio però di un contratto che avrebbe legato Disney e tutti i suoi prodotti al nome di Pat Powers. Disney non accettò, quando lo aveva fatto con Oswald si era visto chiudere la porta del successo. Ub lo lasciò. Ub il grande disegnatore, Ub l'animatore straordinario, Ub l'amico, lo aveva tradito.
In realtà Ub non aveva fatto altro che lasciare un lavoro per uno che riteneva migliore, tra l'altro Powers gli promise che i cartoni che avrebbe realizzato avrebbero portato la sua firma, cosa che con Disney non succedeva. Per Walt era invece solo un tradimento.

Quando Ub lasciò Walt lo studio era già in crescita. Col suo selezionato gruppo di persone Disney produceva spesso opere memorabili. Certe Silly Simphonies sono godibilissime ancora oggi. Sul piano tecnico si cercava sempre l'ultimo ritrovato. Se Steamboat Willie era stato il primo cartoon sonoro, va a "Fiori e Alberi" del 1932 la palma di primo cartoon a colori. La sfida de "I Tre Porcellini" era nel creare personaggi simili nell'aspetto ma diversi di carattere.
Questo film fu un enorme successo e la celebre canzone di Stalling è uno dei classicissimi della musica disneyana.
"Il Vecchio Mulino" del 1937 propone una "carrellata" mozzafiato merito di una nuova colossale macchina da ripresa: la Multiplane Camera, che consentirà poi effetti tridimensionali già in "Biancaneve e i Sette Nani" e soprattutto in "Pinocchio". Sensazionale in quest'ultimo la sequenza d'apertura.
Ma con Pinocchio abbiamo sforato, siamo già nel 1940.
Va anche ricordato che durante la lavorazione di "Pinocchio" ci fu un grande ritorno alla Disney: Ub Iwerks si rifece vivo. Non ci è dato sapere cosa sarebbe successo se non avesse mai lasciato Walt, sappiamo che avendolo lasciato rientrò come valente tecnico, non come amico di vecchia data di Disney. Era un dipendente, adesso. Gli fu affidato il reparto per lo sviluppo delle nuove tecnologie. Fece un lavoro egregio iniziando proprio dalla Multiplane Camera. Ma la coppia Walt e Ub non esisteva più. Peccato.

Non furono solo creature disegnate ad allietare il terzo decennio del secolo nella vita di Walt: il 19 Dicembre 1933, sua moglie Lillian diede alla luce Diane Marie, prima figlia di Disney, giunta a otto anni dal matrimonio.
A questo punto una curiosità: il 31 Dicembre 1936 arrivò la seconda figlia di Walt e Lillian, Sharon Mae, ma non fu Lillian a metterla al mondo. La piccola fu adottata e la cosa non venne rivelata per molto tempo. Complice il fatto che Lillian non aveva praticamente vita pubblica, nessuno si accorse che non era stata incinta prima dell'arrivo della bimba.
Ancora oggi, in realtà, non c'è certezza assoluta sull'adozione o sulla reale maternità di Lillian

Dopo il successo straordinario di "Biancaneve", lo storico Studio di Hiperion Avenue fu lasciato in favore di una nuova, modernissima costruzione a Burbank. Era la prova concreta che Disney ce l'aveva fatta. Nell'Autunno del 1939 ebbe luogo l'inaugurazione.

Non solo notizie liete, purtroppo. Sul finire del 1938, il 29 Novembre, nella casa che Walt aveva scelto e acquistato per i suoi genitori, fu trovata morta Flora Call Disney: sua madre! Le circostanze reali non furono mai davvero chiarite. Si trattò probabilmente di un incidente, ma l'ipotesi di un suicidio non fu mai del tutto smantellata.



Era passato un decennio dallo straordinario evento di "Steamboat Willie", i cartoni parlanti non stupivano più da un pezzo, nè quelli a colori. Anche le sequenze spettacolari non erano più novità.
Chi segue Disney sa che oltre la tecnica c'è un bel prodotto che giustifica la sua longevità. Disney amava però arrivare prima degli altri. Inventare cose nuove.
Tra le più grandi sfide che gli studi Disney abbiano mai affrontato, c'è sicuramente quella del primo cartone animato in grado di competere per lunghezza e struttura narrativa con i film con attori. Non più il cartoon da vedere prima o dopo lo spettacolo principale, ma il motivo primario che spingesse la gente ad andare al cinema.
Nella prima metà degli anni trenta Disney mise i suoi artisti migliori a lavorare ad un progetto ambizioso e folle. Contro il parere delle banche alle quali chiese dei prestiti e contro quello di Roy che teneva la contabilità dell'azienda, iniziò la produzione di "Snow White and the Seven Dwarfs". Il risultato fu un film che costò una cifra esorbitante, un film che avrebbe potuto essere un passo più lungo della gamba e che, invece, è ancora oggi una delle colonne più robuste di tutto l'impero Disney. La leggendaria pellicola "Biancaneve e i Sette Nani", la perfetta illusione della vita che Disney voleva ricreare nei suoi personaggi.

Il primo lungometraggio d'animazione fu un enorme successo, il secondo aveva tutte le carte per esserlo, ma non tutto filò liscio. Ancora una volta Walt non ammetteva compromessi e i costi passavano sempre in secondo piano, "Pinocchio" doveva essere straordinario. In effetti lo è, ma ciò non ne garantì il successo. In America il film piaque, ma i costi spropositati ne facevano la pellicola più costosa della storia. Durante la produzione si contava, ovviamente, su una distribuzione su scala mondiale, ma l'uscita nel Febbraio 1940 la rese impossibile. Il mondo era in guerra, la gente aveva altro a cui pensare. Il 13 Novembre 1940 uscì anche "Fantasia" e fu il disastro totale! Tutto ciò che a Disney pareva geniale durante la lavorazione non piaque nè al pubblico nè alla critica.
Ancora una volta è bene ricordare che un cartoon è carissimo in produzione e che se anche i cinema si riempiono di gente, ci vuole tempo per rientrare dei costi. "Fantasia" ha un mare di effetti speciali, un'orchestra sinfonica, un migliaio di persone che ci hanno lavorato. Uno sproposito in termini economici. In più Disney aveva voluto e ottenuto dai suoi tecnici (Ub in testa) un innovativo sistema sonoro. Ragazzi, hanno inventato il suono stereofonico! Gran cosa, ma chi se ne sarebbe accorto se le sale non erano attrezzate? Walt cercò degli accordi per le installazioni, ma alla fine le spese furono tutte a carico della Walt Disney Production, il che aumentò il deficit. Questo avveniva mentre i dipendenti erano irrequieti. Che momenti.
Il tempo avrebbe dato ragione a Walt, il suo folle progetto di unire immagini e musica in un concerto creò dapprima uno dei momenti più difficili della storia Disney, poi uno dei suoi capolavori assoluti. Disney precorreva i tempi.

Lo straordinario lavoro degli artisti che crearono "Biancaneve", "Fantasia" e tutti i prodotti della "Factory" di Walt era uno dei vanti dell'azienda, ma i loro nomi sparivano sotto la sigla "Walt Disney Presents" all'inizio dei film. Lo stipendio di un animatore, di un inchiostratore o di chiunque desse un contributo alla nascita di una pellicola era molto basso. Questo era motivo di discussioni all'interno degli Studios. Le voci che arrivavano all'orecchio di Disney non erano ascoltate. Secondo lui tutto andava bene così come era. Successe però che le voci si coalizzarono, cominciarono ad avere dei volti, dei nomi. I sindacati entrarono nel regno di Walt trovando terreno fertile. Si era alla guerra. Ci furono azioni di disturbo alla prima di "Pinocchio" e ancora di più a quella di "Fantasia". Dopo anni di parole si passava ai fatti. Il 28 Maggio 1941 la Disney affrontò lo sciopero che avrebbe cambiato la sua storia e, secondo alcuni, quella dell'animazione in genere.
Furono giorni bui. Disney perse più volte la calma in pubblico. Davanti ai cancelli degli Studi di Burbank c'erano centinaia di persone con i picchetti, molte più di quelle che lavoravano per Walt. La faccenda era grossa. Gli scioperanti chiedevano cose legittime come la presenza ufficiale e libera di un sindacato nell'azienda, aumenti salariali, riconoscimenti per il lavoro, impossibilità di licenziare a piacimento, etc...
Walt riteneva che i dipendenti fossero una vera e propria famiglia. Allora perché lasciare che una famiglia fosse regolata dall'esterno? Quindi di sindacati neanche a parlarne, e senza sindacati tutto il resto non esisteva. Non se ne veniva a capo.
Alla fine, grazie a Roy Disney, lo Studio cedette e lasciò da parte le sue posizioni più dure, scendendo a patti con gli scioperanti.
Walt era stato diplomaticamente allontanato dalla California e quindi non potè opporsi alla firma di Roy. Il 9 Settembre lo sciopero finì.
Walt era profondamente deluso e amareggiato per la "perdita" dello Studio. Secondo alcuni critici non raggiunse più le vette artistiche di "Biancaneve", "Pinocchio" e "Fantasia".

Nel 1940 Disney era diventato informatore ufficiale dell'FBI. Conosceva da anni J. Edgar Hoover che la dirigeva e quell'anno strinse con lui un accordo. Si dice che questa fu un'arma con cui Disney si vendicò degli scioperanti. Si era aperta la guerra ai comunisti e l'accusa di un informatore ufficiale poteva stroncare una carriera. Fu davvero così? O è una voce di chi non amava Disney? Mistero!
Ad un anno da dimenticare sul piano lavorativo, Walt dovette aggiungere anche un lutto: nel 1941 suo padre venne a mancare mentre lui era lontano.

"Pinocchio" non rientrò delle spese, "Fantasia" meno che mai, in più lo sciopero e il lutto familiare. Povero grande Walt Disney.
Anni tranquilli (tra alti e bassi)
Walt Disney insieme ai suoi personaggiNegli anni a seguire la vita artistica e privata di Walter Elias Disney si assestò. Negli anni quaranta si produssero diversi classici e anche qualche semi-sconosciuto film d'animazione di lunga durata.
Se "I Racconti Dello Zio Tom" è splendido, "Musica Maestro" e "Lo Scrigno Delle Sette Perle" sono prodotti piuttosto ordinari. "Bambi" è un capolavoro, ma ci sono voluti anni prima che iniziasse a guadagnare qualcosa.
Alcuni prodotti furono dettati dalle circostanze. Era in atto la seconda guerra mondiale quando il governo americano chiese a Walt di realizzare qualcosa volto a cercare simpatie nell'America del Sud (offrendosi di pagarne i costi); è la genesi di "Saludos Amigos" e "I Tre Caballeros". Ma il più grande e rivitalizzante successo dai tempi di "Biancaneve" arrivò nel 1950 con "Cenerentola". Un'altra favola classica, ancora tanta musica splendida. Un film ispirato.
Il 1950 è anche l'anno di una svolta importante, dato che esce "L'Isola del Tesoro" il primo film interamente girato dal vivo, senza nessuna sequenza in animazione. Una pazzia! Ma di nuovo ebbe ragione lui.

"Alice nel Paese Delle Meraviglie" e "Peter Pan" ebbero un riscontro limitato (in relazione ai costi). Così anche "Lilli e il Vagabondo".
Un progetto innovativo: "Disneyland""Lilli e il Vagabondo " uscì nel 1955, un anno fondamentale nella storia della Disney non solo per questo film. Il 17 Luglio 1955 prese vita un altro dei cosiddetti deliranti sogni di Walt: fin da quando le sue figlie erano bambine e lui le accompagnava nei parchi, Walt iniziò ad immaginare un luogo dove i bambini potessero giocare, i grandi tornare bambini, dove tutto fosse pulito e perfetto. Tutto questo era già nei suoi film, ma non era possibile creare un posto così? Negli anni '50 Disney cedette alle lusinghe della TV, che aveva sempre respinto, per finanziare quell'idea. Un'opera ispirata ad un dipinto di Norman RockwellSi mise di nuovo contro tutto e tutti per rischiare di buttare tutto all'aria. Roy non voleva, le banche non volevano. Ma lui voleva e niente poteva fermarlo. Nel 1955 aprì finalmente "Disneyland" ad Anaheim in California. La più grande fonte di guadagno degli studi fin dalla sua nascita.
Disney era pazzo? Forse sì, ma alla fine aveva ragione lui.
Il 1959 è l'anno de "La Bella Addormentata nel Bosco", un insieme fascinoso di elementi classici quali re, regine, principi, principesse, fate, streghe e draghi. Uno dei personaggi cattivi più affascinanti di tutta la storia Disney, un'entusiasmante sequenza finale, animazioni ormai perfette, ottimi momenti musicali tratti dichiaratamente da Tchaikowsky. Il più fiabesco dei film Disney fu..... un fiasco totale!!! La strada percorsa è quella di "Fantasia": un film costosissimo e poca gente interessata a vederlo.
Se mi si concede un parere personalissimo..... ROBA DA MATTI!!! "La Bella Addormentata" è il mio classico preferito non ci trovo nulla che sia meno che splendido. Credo che sia un altro film uscito troppo presto. Lo dimostra il fatto che oggi è uno dei prodotti Disney più celebrati.

Col flop (incredibile) de "La Bella Addormentata" siamo arrivati agli anni sessanta. Disney ormai non seguiva più con troppa attenzione le produzioni animate, gli interessava di più occuparsi di Disneyland dato che non era mai terminata. Un film non si può toccare una volta uscito nelle sale, un parco, invece si lascia continuamente modificare, si possono aggiungere o togliere attrazioni in ogni momento. C'è sempre da fare.

In questi anni Walt è finalmente ricco. Lui non aveva mai cercato la ricchezza, ma una oculata gestione dei guadagni del parco si tramutò in denaro sonante. L'azienda era libera dalle banche per la prima volta da anni. Il suo allontanamento a favore del parco non l'aveva fermata. Era il successo? No, era la sconfitta! Walt cominciava a credersi quasi di troppo. Lo Studio che aveva creato dal nulla con Ub e Roy non aveva più bisogno di lui. Il parco era il suo divertimento, ma il lavoro a cui aveva dedicato la vita era un altro.
Gli Studi produssero film che a Walt non piacevano e che invece guadagnavano. Era inconcepibile.
"La Carica dei 101" e "La Spada Nella Roccia" erano a detta di Walt solo abbozzi, i disegni erano troppo semplici, ma uscirono così. E piacquero.
Walt sentiva il bisogno di dimostrare a chi aveva seguito i film degli esordi che lui era ancora Walt Disney, sentiva il bisogno di creare qualcosa che conquistasse le nuove generazioni. Sentiva il bisogno di dimostrare a sè stesso chi era.
A quel tempo era in corso una lunga trattativa con Pamela Lyndon Travers, autrice di una serie di libri per l'infanzia con protagonista una tata volante.....
L'ultimo capolavoro
Walt Disney si recò di persona dalla Travers per sbloccare le trattative. Ci riuscì. Questo successo lo rivitalizzò facendolo tornare quello di un tempo. Walt tornò a dirigere tutti gli stadi produttivi con un entusiasmo che non provava da anni. Mise parola sulla sceneggiatura, sul cast, sulle musiche, persino sugli arredamenti che sarebbero apparsi nel film. Stava nascendo "Mary Poppins", una cartolina del mondo di Walt.
Fu Walt stesso a pretendere che la magica governante avesse il volto di Julie Andrews. La Andrews in un primo momento rifiutò preferendo il ruolo di Eliza Dolittle in "My Fair Lady". Il caso volle che quella parte venisse invece affidata, a sorpresa, a Audrey Hepburn. Julie Andrews divenne allora Mary Poppins.

Secondo alcuni, in questo film c'è tanto di Disney, delle sue emozioni, dei suoi ricordi. Ma quello che interessa al pubblico dei fan di Walt è che "Mary Poppins" fu non solo un grande successo, ma il più grande successo che la Disney avesse mai conosciuto. Tutto quello che Disney intendeva dimostrare con questo film, lo dimostrò. Era sempre lui, era sempre grande.
"Mary Poppins" uscì il 28 Ottobre 1964. L'anno seguente si mise in produzione un film d'animazione tratto dal romanzo di Rudyard Kipling "Il Libro della Giungla". Disney non lo seguì granchè, di nuovo tornò a pensare che il suo Studio, ormai, camminava da solo. Tornò all'idea dei parchi a tema pensando di crearne un secondo ad Orlando in Florida e ne pose in effetti le basi, ma il tempo stringeva. Purtroppo.

Nel 1965 si cominciò a lavorare al "Libro della Giungla" e al parco di "Walt Disney World". Disney presenziava ancora con piacere alle cerimonie che si organizzavano in suo onore, ma ormai erano per lui una fatica enorme. Il fisico era debilitato. Nel 1966 una serie di esami rivelò la presenza di noduli nei polmoni. Il 7 Novembre Walt Disney venne ricoverato al Saint Joseph Hospital, che si trova proprio davanti ai suoi Studios. Gli venne asportato un polmone. Non si poteva fare di più.
Walt tornò a casa, ma a fine mese un grave malore lo riportò in ospedale. Dalla sua stanza poteva vedere gli edifici della "Walt Disney Production", il centro del suo impero. Roy Disney aveva dato disposizioni perché si lasciassero le luci accese di notte, così che Walt vedesse il simbolo di tutta la sua vita. Si fece così anche la sera del 14 Dicembre. La mattina del 15 Dicembre 1966, un collasso cardiocircolatorio pose fine alle sofferenze e ai sogni di Walter Elias Disney Junior, in arte Walt Disney.

In tutto il mondo si diede grande risonanza alla notizia. Si ricorda spesso il commento del governatore della California, il futuro presidente Ronald Reagan: "Da oggi il mondo è più povero".

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Data creazione biografia: 10 dicembre 2005
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