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Biografia di Max Beerbohm

È considerato il più grande caricaturista e scrittore di satire dell’Inghilterra edoardiana.

Max Beerbohm

Con un viso vagamente infantile, Max Beerbohm fu fin da giovanissimo l'umoristico dandy che illustrava, assieme a Beardsley, il periodico londinese "The Yellow Book". Per tale periodico, Beerbohm scrisse anche numerosi articoli, assai ironici, come l'"apologia dei cosmetici", famoso testo in cui difende, con valide argomenazioni ed erudite citazioni, il truccarsi delle donne, sempre ch'esse ne facciano buon uso. Troviamo articoli di Beerbohm anche su "Vanity Fair", giornale ancor oggi attento ai dettami della moda, e su "Spectator". Numerosi sono i racconti da lui scritti, molto meno numerose le pubblicazioni di questi; Sellerio Palermo ne curò un'edizione nel 1982, sotto il titolo di "Racconti fantastici per uomini stanchi", e questa è, cronologicamente, l'ultima edizione italiana di suoi racconti. Non si trova neanche più la raccolta degli articoli più interessanti di Beerbohm, pubblicata nel 1987 da Studio Tesi, col titolo di "Dandy & Dandies", essendo la casa editrice fallita tempo fa. Assolutamente irreperibile, tanto che l'ultima edizione risale addirittura al 1968 , è l'unico romanzo scritto da Beerbohm nel 1908 e pubblicato per la prima volta nel 1911, "Zuleika Dobson - una storia d'amore a Oxford", narrante le divertenti vicissitudini amorose di Zuleika Dobson, donna che, per ironia della sorte, non potrà mai essere dandy 'completamente'; lavorò poi ad un secondo romanzo, di cui ci rimangono degli interessanti abbozzi , intitolato "The Mirror of the Past". Durante la sua lunga esistenza, Max Beerbohm visitò moltie volte l'Italia, Paese in cui morì il 18 o il 20 maggio 1956, in una villa sopra Rapallo, in "esilio volontario", quasi come un'ultimo moto di ribellione alla società di massa.
Wilde diceva che Max aveva avuto la fortuna di nascere vecchio; e a volte gli chiedeva malignamente quando si sarebbe tolto la maschera. Dal canto suo, Beerbohm, fedelissimo di Wilde, ne prese le distanze dopo il processo e la condanna di quest'ultimo, ma continuando a simpatizzare per lui. I pochi scritti che sono stato in grado di reperire rivelano una certa preziosità di stile e di ironia, di quella vera, ma sopratutto un'attenzione che siamo in grado di riscontrare in quei prodotti letterari tipici delle società raffinate e discorsive , ma la bella scrittura naturale di Beerbohm non più a nostra disposizione dal momento che non esiste più un gruppo sociale in cui riesce naturale il bel conversare.

Frasi Celebri di Max Beerbohm

Fare:
Tutto ciò che è degno di essere fatto è stato fatto ripetutamente. Dalle cose mai fatte bisognerebbe tenersi, sospetto, molto alla larga.
Donne:
Di tutti gli oggetti d'odio, una donna un tempo amata è il più odioso.
Tempo:
Il passato è un'opera d'arte, senza elementi incongrui né sbavature.

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Data creazione biografia: 1 gennaio 1970
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