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Biografia di Jonathan Swift

Padre di Gulliver

Jonathan Swift

Nato a Dublino nel 1667, figlio di genitori inglesi stabiliti si in Irlanda, perse il padre prima della nascita. La madre fece ritorno in Inghilterra nel 1673. Jonathan, lasciato a Dublino presso dei parenti, crebbe in condizioni simili a quelle di un orfano. Dopo gli studi alla Kilkenny School e al Trinity College di Dublino, trovò nel 1679 un impiego in Inghilterra come segre tario di sir William Temple. In casa di Temple conobbe Esther Johnson: fu la donna che gli dedicò la vita, che lui chiamò Stel la, e che forse sposò segretamente. Per raggiungere l'indipenden za economica infatti nel 1694 prese gli ordini religiosi, e nel 1695 ebbe la piccola sede di Kilroot in Irlanda. Visse però prevalentemente a London, dove partecipò alla vita politica religio sa e letteraria divenendo, grazie al suo estro, una delle persone più influenti della città. Dapprima inserito nell'ambiente whig di Steele e Addison, se ne staccò per dissidi in materia religiosa. Nel 1710- 1714 fu at tivo consigliere del governo tory, di cui appoggiò la politica nelle pagine dell'«Examiner», che diresse egli stesso, e attra verso lo Scriblerus Club, di cui facevano parte i suoi pochissimi amici: Pope, Gay, Harley, Arbuthnot. Nel 1713 ottenne il decanato della chiesa di Saint Patrick a Dublino. Alla caduta del governo tory, nel 1714, si trasferì in Irlanda, seguìto da Esther Vanhomrigh, detta Vanessa, che era innamorato di lui ma con la quale Swift ruppe clamorosamente ogni rapporto. Solo la morte di Vanes sa nel 1723 risolse l'equivoca posizione tra lui e Stella. Nella sua crescente misantropia Swift disprezzava anche coloro che difendeva. Tuttavia prese una violentissima posizione in fa vore degli irlandesi contro i soprusi dell'amministrazione ingle se, diventando una specie di eroe nazionale. Dopo la morte di Stella, nel 1728, cadde in un progressivo sfacelo fisico e intellettuale. La sua misantropia confinava con la follia. Morì a Dublino nel 1745. Lasciò il suo patrimonio ai poveri, destinandone una parte alla fondazione di un manicomio.

Nel 1704 uscirono anonimi, riuniti in un unico volume, i primi scritti. di Swift. Una relazione sulla battaglia tra libri anti chi e moderni (An account of the battle between the ancient and modern books) è un intervento a favore degli antichi nella con troversia sugli scrittori moderni e antichi. Un discorso sull'attività meccanica dello spirito (A discourse concerning the mecha nical operation of the spirit) è una satira contro gli stati mistici, ridotti a manifestazioni patologiche. Brillantissima è Racconto di una botte (A tale of a tub), una parodia delle varie chiese cristiane: essa chiuse a Swift la possibilità di accedere ai massimi gradi della carriera ecclesiastica.

Tra i pamphlets e i versi satirici sono da ricordare gli aspri versi della Descrizione del mattino (Description of the morning), e di Una descrizione di un acquazzone di città (A description of a city shower), pubblicati sul «Tatler» nel 1710. Con il libello "Argomentazione contro l'abolizione del cristianesimo" (Argument against abolishing christianity, 1708) con cui iniziò la sua po lemica con i whigs. Tra i libelli politici, "La condotta degli alleati" (The con duct of allies, 1711) preparò l'opinione pubblica alla pace con la Francia. Tra gli scritti di polemica sociale sono le Lettere di un drappiere (Drapier's letters, 1724), e soprattutto Una modesta proposta (A modest proposal, 1729). E' forse la maggiore delle satire swiftiane: la provocatoria proposta di usare i bambini po veri come cibo per i ricchi è presentata imitando il tono di un accorto economista.
Di grande interesse psicologico i versi de Lo spogliatoio del la signora (The lady's dressing room, 1732) e Sulla morte del Dottor Swift (On the death of Mr Swift, 1731).
Postumi uscirono le feroci Istruzioni ai servi (Directions to the servants), e Il diario d Stella (The journal to Stella, 1766-1768): esso comprende 65 lettere scritte a Stella nel 1710- 1713, una delle opere più straordinarie di Swift, per la descri zione della vita londinese e per la tenerezza e giocosità espres se nel "little language", il linguaggio swiftiano infantile e ci frato dei passi più affettuosi.

Nel 1726 pubblicò, a London, I viaggi di Gulliver (Gulliver's travels), il suo romanzo capolavoro. Il titolo intero era: "Tra vels into several remote nations of the world in four parts by Lemuel Gulliver ecc.". La storia è quella del medico Lemuel Gulliver, che fa naufra gio con la nave mercantile in cui era imbarcato, e si ritrova sull'isola di Lilliput dove tutto, a cominciare dagli abitanti, è grande la quindicesima parte delle persone e degli oggetti che conosciamo. Nella seconda parte Gulliver visita Brobdingnag dove il rapporto è rovesciato, e lui diventa il trastullo della figlia del re che lo tiene tra i suoi giocattoli. Nella terza parte Gul liver visita Laputa e il continente che ha come capitale Lagado: la satira si rivolge contro filosofi storici e inventori. Nell'i sola di Glubdubdrib, Gulliver evoca le ombre dei grandi dell'an tichità e dalle loro risposte ne scopre i vizi e le meschinità. Presso gli Struldrug immortali si accorge che la massima infeli- cità degli uomini sarebbe la prospettiva di non porre mai fine al tedio di vivere. Nella quarta parte infine la virtuosa semplicità dei cavalli Houyhnhnms è messa in contrasto con la nauseabonda brutalità degli Yahoo, bestie dall'aspetto umano.

Swift è stato il massimo scrittore inglese del tempo, e uno dei più grandi satirici esistiti. Spirito libero e razionale, in capace di illusione. La sua critica dei valori, della religione, della scienza, della politica e della cultura è spinta fino a mi nacciare le radici stesse dell'esistenza. Una occulta disperazio ne, una componente ossessiva della sua personalità, ma che si espresse con una scrittura estremamente equilibrata e classica. "I viaggi di Gulliver" sono esemplati sulle narrazioni di viaggi che da oltre un secolo appassionavano l'europa. Non esiste in tutta la letteratura occidentale una condanna del genere umano paragonabile a quella espressa in questo libro. Si veda così nel la quarta parte che descrive l'arrivo di Gulliver nella società ideale degli Houyhnhnms, i cavalli pensanti che vivono secondo "ragione e natura". Gulliver trova immediato disgusto per gli Ya hoos, gli abietti schiavi degli Houyhnhnms, prima di accorgersi che essi sono in tutto simili agli uomini. D'altra parte il li vello di razionalità degli Houyhnhnms sembra escludere amore e passione. Come suggerisce *Orwell, la "ragione" in base alla qua le gli Houyhnhnms governano è identificabile con il desiderio di morte, con la negazione della vita. Le ultime pagine di "Gulliver" sono intollerabili per la mag gior parte dei lettori: è vano cercare nel testo qualcosa che ne attenui il nichilismo totale.

Swift è riuscito a dare a quest'opera un assoluto equilibrio d'insieme, l'ha costruita come un prodigioso giocattolo meccani co. Il suo terribile significato allegorico è accessibile a chi vuole intenderlo, ma non danneggia mai la capacità immaginativa di Swift, né le sue suggestive costruzioni fantastiche. Di qui l'apparente ironia per cui la più crudele e elaborate delle sati re contro il genere umano, abbia avuto fortuna come libro di ame na lettura, e sia diventata, con gli opportuni tagli, un classico per l'infanzia.

Opere




  • An account of the battle between the ancient and modern books (1704)
  • A discourse concerning the mechanical operation of the spirit (1704)
  • A tale of a tub (1704)
  • Description of the morning (1710)
  • A description of a city shower (1710)
  • Argument against abolishing christianity (1708)
  • The conduct of allies (1711)
  • Drapier's letters (1724)
  • A modest proposal (1729)
  • Gulliver's travels (1726)
  • The lady's dressing room (1732)
  • On the death of Dr. Swift (1731)
  • Directions to the servants
  • The journal to Stella (1766-1768)

      Frasi Celebri di Jonathan Swift

      Dio:
      Abbiamo religioni a sufficienza per farci odiare, ma non a sufficienza per farci amare l'un l'altro.
      Mondo/Universo:
      Al mondo non c'è nulla di costante, eccetto l'incostanza.
      Politica:
      Il capo del governo inglese non dice mai una cosa vera senza l'intenzione che sia presa per una menzogna; non dice mai una cosa falsa, se non con lo scopo che sia presa per la verità.

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      Data creazione biografia: 18 dicembre 2005
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