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Biografia di Johann Christoph Friedrich von Schiller

Scrittore - Drammaturgo

Johann Christoph Friedrich von Schiller

Schiller, Friedrich von (Marbach, Württemberg 1759 - Weimar 1805), scrittore e drammaturgo tedesco. Figlio di un ufficiale dell'esercito, studiò legge e medicina per poi entrare al servizio del duca del Württemberg. Esordì nel 1782 con la fortunata rappresentazione, al teatro nazionale di Mannheim, della tragedia I masnadieri (pubblicata nel 1781), che metteva in scena le avventure di un fuorilegge idealista in rivolta contro una società ingiusta e crudele. Allontanatosi senza autorizzazione dal ducato in occasione della rappresentazione, con questo pretesto Schiller fu arrestato e ricevette il divieto di comporre altri drammi di spirito sovversivo. Riuscito a evadere, nel decennio seguente visse clandestinamente in varie città tedesche: Mannheim, Lipsia, Dresda, Weimar.

Le opere giovanili, per il forte accento posto sulla libertà dell'individuo e per il vigore drammatico, si collocano nella cornice dello Sturm und Drang. Ai Masnadieri seguirono le tragedie in prosa La congiura di Fiesco a Genova e Intrigo e amore, entrambe rappresentate nel 1784. Intanto Schiller aveva cominciato a lavorare al Don Carlos (terminato nel 1787) ed era diventato drammaturgo ufficiale del teatro di Mannheim. Con il Don Carlos abbandonò la prosa per la pentapodia giambica. Pur riprendendo il tema della lotta contro l'oppressione, quest'opera segna il passaggio verso il classicismo, che caratterizza la seconda fase dell'attività schilleriana. Dal Don Carlos Giuseppe Verdi trarrà nel 1867 uno dei suoi melodrammi più cupi e innovativi.



Negli anni seguenti si dedicò prevalentemente a studi storici. La Storia dell'insurrezione dei Paesi Bassi contro il governo spagnolo (1788) e l'interessamento di Johann Wolfgang von Goethe gli valsero la cattedra di storia all'Università di Jena nel 1790, anno in cui pubblicò i primi volumi dell'imponente Storia della guerra dei Trent'anni (1790-1793). Schiller e Goethe, tuttavia, si incontrarono soltanto due anni dopo, quando strinsero un rapporto di intensa amicizia che si rivelò intellettualmente proficuo per entrambi. Nel 1799 Schiller terminò un'opera considerata tra i maggiori drammi storici, la trilogia in versi Wallenstein (L'accampamento di Wallenstein, I Piccolomini, La morte di Wallenstein), cui fanno da sfondo le vicende della guerra dei Trent'anni. Dalla fine del 1799 si stabilì permanentemente a Weimar. Qui videro la luce le sue opere della fase considerata classica: Maria Stuarda, La pulzella d'Orléans (entrambe rappresentate nel 1801), La sposa di Messina (1803) e Guglielmo Tell (1804).

Come traduttore, Schiller fece conoscere al pubblico tedesco il Macbeth di Shakespeare e la Fedra di Racine. Fra i trattati filosofici vanno ricordati le Lettere sull'educazione estetica dell'uomo (1795), in cui esprime la sua fede nella perfettibilità dell'uomo attraverso l'esperienza artistica; e Sulla poesia ingenua e sentimentale (1795-96), in cui analizza le differenze tra la poesia degli antichi e quella dei moderni. Importante fu anche la sua produzione poetica, della quale occorre ricordare i componimenti a sfondo mitologico e filosofico (tra queste ultime, L'ideale e la vita, 1796); le Ballate (1798), dai temi più lievi; la Canzone della campana (1800) e l'ode Alla gioia (1785), quest'ultimo ripreso da Ludwig van Beethoven per il coro finale della Nona sinfonia.

Frasi Celebri di Johann Christoph Friedrich von Schiller

Coraggio/Codardia:
Chi non osa nulla, non speri in nulla.
Desiderare:
È la volontà che fa l'uomo grande o piccolo.
Mondo/Universo:
L'universo è uno dei pensieri di Dio.

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Data creazione biografia: 20 novembre 2005
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