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Biografia di Erik Satie

Compositore - Pianista

Erik Satie

Nel contesto della musica francese dei decenni a cavallo tra '800 e '900, Satie occupa una posizione di violenta polemica, di aperto dissidio nei confronti di valori e principi estetici ritenuti fondamentali dall'opinione comune.

La sua musica -eccentrica e provocatoria, concepita come antidoto ideale al lirismo romantico, ad ogni retorica ufficiale ed accademica- è basata,quasi esclusivamente- sulla totale rinuncia ad ogni connotazione soggettiva ed emozionale, ad una qualsivoglia logica formale convenzionale.

Nato nel 1866, frequentò i corsi di armonia e pianoforte al conservatorio di Parigi e visse facendo il pianista nei cabaret o accompagnando "chansonniers"; nel 1905 con un gesto clamoroso ed ambiguo intraprese diligenti studi di contrappunto e fuga alla Schola cantorum di V. d'Indy e A. Roussel. Grande amico di C. Debussy, prese parte ad alcuni dei più significativi avvenimenti artistici del primo dopoguerra, collaborando con vari artisti, tra cui anche Picasso.
Per il suo temperamento "bizzarro" e irriverente verso la tradizione, Satie pervenne ad intuizioni molto ardite per quanto riguarda l'armonia, il ritmo, il concetto stesso di composizione musicale. Una prima fase di composizioni è caratterizzata da "scoperte armoniche" che anticipano Debussy e da una staticità fuori dal tempo. Esempi di questa fase si possono riscontrare nelle "Gymnopédies" (1888), nelle "Gnossiennes" (1890) per pianoforte; nella "Danses gothiques" (1893) e la "Messe des pauvres" (1895).



Nei pezzi pianistici composti dopo il '900 circa, la presenza di singolari titoli e didascalie umoristico-paradossali, sottolinea l'atteggiamento "dadaista", la sua rinuncia ad ogni dimensione espressiva, il suo concentrarsi sulla concretezza di oggetti musicali logorati, inanimati. Di questo periodo sono da ricordare "Trois morceaux en forme de poire" (1903) "Apercus désagréables" (1912) "Véritables bureaucratique" (1907), "Parade" (1917), opera manifesto della nuova mus. francese, semplice, immediata, allegra, con influssi jazz, "antidoto" alle inventive wagneriane. (Vennero inseriti nella partitura anche certi rumori tipici della vita moderna come una sirena, un motore d'aeroplano, una macchina da scrivere, colpi di pistola).

Il suo panismo è composto da accordi di nona liberi, elisioni della suddivisione di battute, nuove intestazioni e inserzioni verbali "nonsense" poste nella partitura. Sono brani spogliati del virtuosismo romantico, "freddi" e "senz'anima", essenziali e concisi.
Non è un caso che la sua lezione sia parsa attuale a un compositore come J. Cage e alle correnti neo dada.

Frasi Celebri di Erik Satie

Mondo/Universo:
Il loro nome era ignorato dal grosso pubblico. E anche da quello sottile.
Bambini/Giovinezza:
Quand'ero giovane mi dicevano: "Vedrai quando avrai cinquant'anni". Adesso ho cinquant'anni e non vedo niente.

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Data creazione biografia: 14 dicembre 2005
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