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Biografia di Stefano Accorsi

Attore

Stefano Accorsi

Faccia da bravo ragazzo, arricchita di sfumature sottili dal passare degli anni, sguardo pieno di candore attraversato a tratti da guizzi di divertita ironia, gentile, curioso, riservato, Stefano Accorsi, forse l'unico vero divo italiano con la D maiuscola, è nato a Bologna nel 1971.
Fin da bambino la sua più grande aspirazione era quella di fare l'attore, in attesa intanto frequenta le scuole e poi il Liceo Scientifico 'Sabin' nella sua città natale.
Una volta, mentre era in quinta liceo, durante l'ora di Religione, dalla quale era esonerato, si è allontanato da scuola per andare a chiedere informazioni sulla Scuola di Teatro di Bologna.
Contemporaneamente aiuta i suoi genitori che gestivano un bar vicino a Comacchio, mentre, durante l'estate, per arrotondare fa il bagnino sulle spiagge della riviera emiliana.
Un giorno, la mamma gli telefona per dirgli di aver appena letto sul giornale, un annuncio del regista Pupi Avati in cerca di attori a Bologna per il suo prossimo film.
Subito Stefano coglie la palla al balzo e si presenta per sostenere il provino, ma gli aspiranti erano in molti e lui non aveva nessuna esperienza di recitazione.

Il provino non va bene per niente, ed è lo stesso Avati a comunicarglielo. Qualche tempo dopo, però, il regista bolognese gli telefona dicendogli di esser stato scelto per interpretare il ruolo del coprotagonista Matteo nel film "Fratelli e Sorelle" con Franco Nero e Anna Bonaiuto. Grazie a questo film, girato negli Stati Uniti, vincerà il premio come miglior attore esordiente.

Appena tornato in Italia si iscrive alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante garrone, dove si diploma nel 1993.
Dopo il diploma, entra nella Compagnia del Teatro Stabile dell'Arena del Sole di Bologna, e nel 93 recita in vari spettacoli classici, tra cui 'Sei personaggi in cerca d'autore' di Pirandello.

Nel 94 viene scritturato per girare uno spot pubblicitario per una nota marca di gelati, dal titolo 'Prove di abbordescion', diretto da Daniele Lucchetti. E' l'occasione che gli cambia la vita, perchè la sua battuta pronunciata in un inglese maccheronico, 'du gust is mel che uan', diventa il tormentone degli italiani, ma conquista immediatamente la simpatia dei giovani, e la gente comincia a riconoscerlo per strada, chiamandolo 'Signor Maxibon'.

Conquistata la notorietà, cominciano a fioccare anche le proposte: gira il film Tv "Voci notturne", di Fabrizio Laurenti e Pupi Avati; poi viene scritturato per il film "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", della regista Enza Negroni, e tratto dall'omonimo romanzo di Enrico Brizzi, in cui interpreta il giovane Alex, uno studente alle prese con amori e conflitti generazionali.
Diventa subito molto popolare tra il pubblico e la critica si accorge di lui e del su stile recitativo, ancora acerbo, ma asciutto ed incisivo che lascia intravedere delle ottime potenzialità.
Nel 96 torna a teatro, con diversi spettacoli, tra cui 'Le donne curiose' e 'NAJA', quest'ultimo, con Enrico Lo Verso, nel ruolo di una recluta consegnata, la cui fidanzata incinta l'aspetta fuori la caserma, verrà poi tradotto sul grande schermo, l'anno successivo.
Sempre nel 96 gira "LA MIA GENERAZIONE", di Wilma Labate, ed ottiene un ruolo nell'intenso "VESNA VA VELOCE", di Carlo Mazzacurati, storia di solitudine e disperazione di una giovane polacca, costretta a prostituirsi pur di restare in Italia.




Nel 97, per perfezionare la sua recitazione, partecipa ad un Seminario Intensivo di Movimento Scenico ed Introduzione alla Biomeccanica Teatrale, e uno studio di Drammaturgia; e nello stesso anno, viene richiamato da Lucchetti per il ruolo di protagonista nel film "I PICCOLI MAESTRI", che racconta la presa di coscienza di un gruppo di universitari vicentini all'indomani dell'8 settembre del 43, quando si uniscono ai partigiani per combattere i nazisti, scoprendo così l'orrore della guerra.

Il successivo film è quello che lo consacra definitivamente 'attore': grazie al ruolo di Freccia nel film di Luciano Ligabue "RADIOFRECCIA" che racconta la storia di un ragazzo morto di overdose in onore del quale è stata ribattezzata col suo nome 'Radio Raptus'; Stefano vince numerosi premi tra cui il 'David di Donatello', il 'Premio Amidei' e il 'Ciak d'oro' come miglior attore protagonista.
Nello stesso 98 interpreta, accanto a Giovanna Mezzogiorno, che sarà sua compagna, per alcuni anni, anche nella vita privata, il film TV "Più leggero non basta"; e il ruolo dell'anarchico Horst Fantazzini, detto il 'bandito-gentiluomo', in un suo tragico tentativo di evasione, nel film "Ormai è fatta!" di Enzo Monteleone, grazie al quale vince la 'Grolla d'oro' come miglior attore protagonista maschile.

Nel 99 indossa i panni dell'avvocato che difende Enzo Tortora, in "UN UOMO PERBENE". Il film, che ripercorre la storia del presentatore Tv, accusato, da alcuni pentiti, di associazione camorristica, gli fa vincere un'altra 'Grolla d'oro' come miglior attore protagonista.
E' la volta, poi del maestro Monicelli a dirigerlo nel film TV, nel ruolo di un ragazzo padre, "Come quando fuori piove".

Conquistata ormai una vasta popolarità, si impegna, ora, in ruoli si fanno sempre più complessi e di spessore, segno di una raggiunta maturità, sia personale che artistica. E' lontano mille miglia il ragazzo di 'non intiendo', ormai Stefano è un artista completo che può permettersi di spaziare e diversificare la sua recitazione , sempre misurata, ma arricchita di sfunmature e sottigliezze che solo un serio professionista può permettersi.

Nel 2000 gira ben quattro film: "CAPITANI D'APRILE", di Maria de Mondeiros, in cui si intrecciano i destini di due giovani capitani portoghesi, in viaggio verso Lisbona, sullo sfondo della 'rivoluzione dei garofani', nel Portogallo del 1974; "LE FATE IGNORANTI" di Ferzan Ozpetek, in cui, con grande sensibilità, recita il ruolo di Michele, un ragazzo omosessuale che si lega alla vedova del suo amante, ruolo che gli permette di aggiudicarsi, il 'Nastro d'argento', il 'Globo d'oro' e il 'Ciak' d'oro, come miglior interprete maschile; "L'ULTIMO BACIO" di Gabriele Muccino, che descrive la crisi esistenziale di un ragazzo spaventato dalla paternità, che diviene il manifesto dei trentenni d'oggi, incapaci di crescere e di assumersi responsabilità e impegni, tipici dei giorni nostri; "LA STANZA DEL FIGLIO" di Nanni Moretti, nel ruolo del paziente nevrotico del pscanalista Moretti.
Seguono due film TV, il primo, "Tabloid Tv", girato a Londra in cui è un calciatore italiano, che non disdegna lo sniffo e le belle donne; il secondo, di Giacomo Battiato, "Il giovane Casanova", per la TV italiana, descrive il periodo giovanile del famoso amatore veneziano.
A metà del 2001, gira a Torino "SANTA MARADONA" di Marco Ponti che si rivelerà il film italiano di maggior incasso della stagione; mentre sul finire dello stesso anno, per la regia di Michele Placido, gira "UN VIAGGIO CHIAMATO AMORE", in cui interpreta il ruolo dello scrittore schizofrenico e disturbato, Dino Campana, nel suo folle e tormentato amore per Sibilla Aleramo. Il film, in concorso a Venezia 59^ gli ha fatto conquistare la 'Coppa Volpi' per la miglior interpretazione maschile.
A questo punto si concede un anno di meritato riposo, trascorso in Francia, dove impara il francese, e conosce Letizia Casta, con la quale intesse una intensa relazione amorosa.
Torna come giurato alla 60^ Mostra di Venezia, e subito dopo gira, sempre con Placido, "OVUNQUE SEI", dove, nei panni di un medico del pronto soccorso, si concede un nudo integrale frontale, che ha fatto tanto scalpore a Venezia 2004, facendo gridare allo scandalo, ma riempiendo le sale italiane.
Quasi contemporaneamente ha girato anche i film, "L'AMORE RITROVATO" con Maya Sansa e "PROVINCIA MECCANICA" con Valentina Cervi, mentre è già programmato il suo terzo film con Placido, "ROMANZO CRIMINALE", a fianco dell'altro giovane divo italiano KIM ROSSI STUART.

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Data creazione biografia: 29 gennaio 2006
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