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Biografia di Meryl Streep

Attrice

Meryl Streep

Seria, raffinata, elegante, estremamente perfezionista, quasi al limite della maniacalità, lontana dallo star-system, ma considerata da tutti come una delle migliori attrici di tutti i tempi, Meryl Streep è nata a Summit, una località del New Jersey, nel 1949.
Il suo vero nome è Mary Louise, Meryl è il nome con cui la chiamava la madre, donna dell'alta borghesia cittadina, di origini olandesi, come il padre.
Dotata di una bella voce da soprano, a 12 anni comincia a prendere lezioni di canto, con l'intenzione di diventare cantante di musical.
Durante gli anni di studio, al Vasar College, però, sviluppa la passione per la recitazione, e appena laureata, nel 1971, abbandona l'idea di fare l'attrice di musical, per dedicarsi alla recitazione vera e propria. Si iscrive, quindi, alla Yale Drama School, poi debutta come attrice di teatro, con il Public Theatre dell'impresario Joseph Papp. Recita quasi tutti gli autori classici, da Shakespeare a Ibsen, da Ionesco a Pirandello a Show.
Una sera, il regista Fred Zinneman, vedendola recitare Miller e Williams, nella stessa serata, le offre un ruolo nel film che si accingeva a girare.

Nasce cosi, nel 77, quella che doveva diventare una delle attrici più premiate della storia del cinema. Il debutto come attrice cinematografica, avviene alla grande, perchè il film, "Giulia", basato sull'amicizia fra due donne intelletuali, sullo sfondo della seconda guerra mondiale e la resistenza antinazista, ha un cast stellare, ed ottiene un grosso successo in tutto il mondo.
Comincia così una carriera quasi trentennale, tutta all'insegna dell'impegno femminista (famosa la battaglia contro l'inconsistenza, e per la valorizzazione dei ruoli femminili, nel cinema hollywoodiano), in cui tratteggerà una galleria indimenticabile ed entusiasmante, di personaggi, che la porteranno a conquistare il record delle 'nomination' agli Oscar, (fino ad oggi sono 13), di cui due trasformate in vittorie.

Le capacità già mature, e uno stile recitativo secco, essenziale, quasi scientifico, la fanno preferire da Michael Cimino, per il ruolo di Linda, nell'intenso, crudo, drammatico, controverso,"IL CACCIATORE". Il film, molto contestato, ed etichettato, forse non a torto, come 'reazionario', perchè non condanna esplicitamente l'intervento americano in Vietnam; racconta le difficoltà di reinserimento, e le devastazioni nel fisico e nella mente, di un gruppo di reduci della 'sporca guerra'. Il suo ruolo, pensato da Cimino come di contorno, viene, invece, da lei, rielaborato e approfondito, fino a farlo diventare un personaggio forte e risoluto, essenziale al contesto della storia, e le varrà la sua prima nomination agli Oscar, come miglior attrice non protagonista.
Fra gli interpreti del film, oltre a lei, a De Niro, a Walken, e a Savage, c'era John Cazale, suo fidanzato, già allora molto malato, che morirà cinque mesi dopo l'uscita del film.
Immediatamente dopo, si rifà della mancata vittoria agli Oscar, vincendo un Emmy per 'Olocausto', miniserie TV di grossissimo successo, trasmessa anche dalla televisione italiana, con ascolti da record.




Divenuta famosa, sono i più grossi registi a cercarla e volerla. comincia Woody Allen, nel 79 a scritturarla nella sua commedia delle nevrosi, "MANHATTAN"; sempre nel 79, Robert Benton le offre il ruolo di Johanna, madre sensibile e problematica, ma moglie battagliera, in "KRAMER CONTRO KRAMER", storia di una lacerante e dura crisi di coppia, che sfocia in una estenuante battaglia giudiziaria per l'affidamento del figlio.
Seguono: nell'81 Karel Reisz che le affida ne "La donna del tenente francese", il doppio ruolo della donna innamorata del bel tenente, e quello dell'attrice che la impersona, sul set del film sulla loro storia, che si sta girando in quel momento; nell'82 Alan Pakula le fa interpretare il ruolo della polacca Sophie, scampata al lager nazista, in seguito alla lacerante decisione di sacrificare la figlioletta per salvare l'altro figlio, nel melodrammatico "LA SCELTA DI SOPHIE"; nell'83 per Mike Nichols incarna Karen Silkwood, combattiva operaia di una fabbrica, che non rispetta i canoni di sicurezza per i dipendenti, nel film di denuncia "Silkwood"; nell'84 è Ulu Grosbard che la dirige nella commedia sentimentale "INNAMORARSI", dove torna a recitare a fianco di De Niro, e in cui interpreta il ruolo di Molly Gilmore, la pendolare che vive con angoscia il suo amore adulterino; mentre nell'85 tocca a Sydney Pollak che, ne "LA MIA AFRICA", le fa interpretare il ruolo di Karen Blixen, intellettuale e scrittrice di successo, rimasta vittima del 'mal d'Africa'; nell'88 Fred Schepisi le offre l'opportunità, nel ruolo di Lindy Chamberlain, in "Un grido nella notte", di cimentarsi con il personaggio drammatico di una donna ingiustamente accusata dell'uccisione della figlia, durante un rito propiziatorio; mentre nel 95 è Clint Eastwood che, nel romantico "I PONTI DI MADISON COUNTY", le fa recitare il ruolo di Francesca Johnson, un'italiana delusa del 'sogno americano'; ancora un film nel 99, "La musica del cuore", di Wess Craven, in cui interpreta il ruolo di un'insegnante di violino ad Harlem; e dove, per rendere al meglio il personaggio, la sua professionalità la porta a studiare lo strumento, per sei ore al giorno per otto settimane di fila. Tra questi, è doveroso ricordare ancora, gli altri lavori con i quali è riuscita a fornire un preciso e puntuale ritratto dell'universo femminile: "Una lama nel buio", (82) di Robert Benton, in cui tratteggia una probabile assassina; "Plenty",(85) di Fred Schepisi, una partigiana francese che non sa adattarsi alla vita borghese; "Heartburn - Affari di cuori", (86) di Mike Nichols, una giornalista in crisi coniugale; "Ironweed", (87) di Ector Babenco, una cantante fallita, finita a fare la compagna di un clochard; "SHE DEVIL - Lei e il diavolo", (89) di Susan Seidelman, un'autrice di best-seller, importunata dall'ex moglie del suo compagno; "Cartoline dall'inferno", (90) un'attrice drogata e in decadenza, in perenne conflitto con la madre; "Prossima fermata: paradiso", (91) di Albert Brooks, un angelo dell'aldila, di cui si innamora un nuovo arrivato; "LA MORTE TI FA BELLA", (92) i Robert Zemeckis, una cantante di mezza età, che ricorre ai filtri di una maga per rimanere giovane; "LA CASA DEGLI SPIRITI", (93) di Bille August, l'eterea moglie di un ricco possidente cileno, a cavallo del colpo di stato del 1973; "The river wild - Il fiume della paura", (94) di Curtis Hanson, una esperta canoista che deve salvare marito e figlio da due banditi e dalle rapide del fiume.

A queste performance di eccezionale valore artistico, seguono, tra la fine degli anni 90 e l'inizio del nuovo millennio, un'altra serie di pellicole che rafforzano il suo status di stella di prima grandezza nel firmanento hollywoodiano, e le consentono, prima di eguagliar, e poi di superare, il record di Katherine Hepburn in fatto di nomination agli Oscar.

Sono da ricordare, fra i suoi ultimi lavori, "LA STANZA DI MARVIN", (96) di Jerry Zaks, un melodramma sulla malattia e l'agonia; "Ballando a Lughnasa", (98) di Pat O'Connor, melodramma sulla vita di cinque sorelle, tutte nubili, e di un fratello prete, sconvolta dall'arrivo del padre del bambino della più giovane di loro; "La voce dell'amore" (98) di Carl Franklin, un drammatico racconto sui rapporti familiari, condizionati dalla malattia ; "La musica del cuore", (99) di Wes Craven, storia di un'insegnante di violino che vuole insegnare ai ragazzi disadattati di Harlem, la bellezza della musica, dove, per rendere al meglio il suo personaggio, la sua professionalità la porta a studiare, essa stessa, lo strumento, per sei ore al giorno per otto settimane; "Il ladro di orchidee",(02) di Spike Jonze, in cui recita a fianco di NICOLAS CAGE, uno sceneggiatore in crisi creativa, nella cui mente i personaggi di un libro si confondono con quelli reali; "THE HOURS", (02) di Stephen Daldry, dove la vita di due donne di epoche diverse, sono, in qualche modo legate dal romanzo 'Mrs. Dalloway' di Virginia Wolf; "THE MANCHURIAN CANDIDATE" (04) di Jonathan Demme, remake di 'Va e uccidi' di J. Frankenheimer del 62, thriller di fantapolitica, che ipotizza uno scenario in cui è possibile manipolare il cervello umano, per controllare i politici e la politica.

Nella sua straordinaria carriera l'attrice ha ottenuto ben 13 nomination agli Oscar, vincendo due statuette, nell'80 per "KRAMER CONTRO KRAMER", e nell'83 per "LA SCELTA DI SOPHIE"; è stata premiata ai festival di Berlino e Cannes, ha vinto tre Golden Globe, un Emmy televisivo, ed è stata più volte premiata dai critici di Los Angeles e New York.
Vive a Salisbury nel Connecticut, insieme al marito, lo scultore Donald Grummer sposato nel settembre del 78, e ai quattro figli, Harry Mary Villa, Grace e Louisa.
La sua più grande dote, purtroppo non verificabile da noi a causa del doppiaggio, è quella di cambiare, continuamente e con naturalezza, accento. Nell'88 ha imparato con facilità quello australiano per interpretare "Un grido nella notte", mentre in "La donna del tenente francese", passa con disinvoltura dall'accento americano a quello inglese del Dorset.

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Data creazione biografia: 6 novembre 2005
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